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Concerto di Primavera

Giovedì 11 aprile, alle ore 21.15, presso il Teatro Verdi di Pisa, l’Orchestra dell’Università si esibirà nel Concerto di Primavera 2024 eseguendo la Sinfonia n. 9 D 944 “La Grande” di Franz Schubert. Dirige Manfred Giampietro.

L’evento è a cura del Polo Musicale “Maria Antonella Galanti” del CIDIC (Centro per l’Innovazione e la Difusione della Cultura).

Ingresso gratuito fino a esaurimento dei posti disponibili.
I biglietti (max. 2 posti) possono essere prenotati online dalle ore 15.00 di lunedì 8 aprile fino al giorno del concerto. Prenota

Introduzione al concerto

di Fabrizio Cigni (Università di Pisa)

Non è forse un caso che il programma di questa serata consista nell’ultima sinfonia di Franz Schubert; l’Orchestra dell’Università di Pisa, insieme al Coro di Ateneo, è infatti reduce dall’esecuzione – in occasione dello scorso Natale – della Nona beethoveniana che, con tutta probabilità, rappresentò per lui un modello di ‘monumentalità’. A conforto di ciò peraltro, nell’ultimo movimento, il compositore inserisce una citazione fortemente allusiva all’Inno alla Gioia: ed è proprio una “gioia metafisica” del gioco musicale, infatti, che sembra contraddistinguere i toni espressivi di questo lavoro così impegnativo del compositore viennese, il quale assistette all’esecuzione del magnum opus beethoveniano il 7 maggio del 1824. Del resto, in questo momento storico così drammatico, la forza e la vitalità della musica di Schubert assolvono ancora una volta il compito di farci sperare e credere nei valori della Vita e della Pace.

Guida all’ascolto

di Manfred Giampietro, Direttore dell’Orchestra

La sinfonia si apre con una solenne introduzione (Andante) affidata ai corni, il cui suono tipicamente evocativo e la cui melodia tornita, accuratamente scolpita, rimandano ad un immaginario ormai compiutamente romantico. L’Allegro ma non troppo successivo raccoglie il ritmo puntato del tema introduttivo e lo rigenera vitalisticamente, collocandolo in una vorticosa serie di alternanze tra le varie sezioni dell’orchestra. Questo ritmo, che contraddistinguerà il materiale dell’intera sinfonia, con incredibile coerenza ed organicità strutturale, è bilanciato da un secondo tema, dal sapore più popolare, la cui leggera, disincantata cantabilità prelude – a sua volta – ad un terzo tema. I toni quasi mistici, misteriosi, di quest’ultimo, finiscono per anticipare atmosfere persino wagneriane, il cui nume aleggia, all’orecchio dell’ascoltatore moderno, anche grazie alla presenza dei tromboni. L’Autore – in virtù del ruolo da essi giocato -, si riallaccia qui, naturalmente, a Beethoven. Rispetto a come vengono adottati dal Maestro di Bonn (ovvero in una chiave più “classica”), essi hanno una funzione meno coloristica e più strutturale, comparendo sin dall’inizio come una risorsa timbrica ormai considerata “degna”, alla pari delle altre, di esprimere materiale tematico con una certa continuità. Il secondo movimento, l’Andante con moto, guarda ancora a Beethoven e al celebre Allegretto della Settima: sono ancora i fiati (ed in particolare l’oboe) ad esprimere in larga parte le melodie, salvo il caso della sezione centrale, dove Schubert affida agli archi un episodio di splendido lirismo che sembra alludere sottilmente al Settecento napoletano. Il terzo movimento, lo Scherzo, fa da fulcro centrale della struttura: il suo carattere energico e rusticano, bilanciato dalla franca cantabilità del Trio, anticipa i valzer ed i ländler ai quali ricorrerà, deformandoli e riattualizzandoli, Gustav Mahler. Chiude la sinfonia il quarto movimento (Allegro vivace), una gustosa tarantella i cui profili melodici serrati costringono i violinisti ad un’impegnativa serie di sforzi virtuosistici, tanto che Schubert ebbe serie difficoltà a far eseguire questo suo capolavoro, che oggi l’Orchestra dell’Università di Pisa propone all’ascolto.

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